E’ stato un anno intenso, denso di mille cose, a volte bellissime, a volte terribili. Sempre comunque intense.

E a quanto sembra non è finita qui…Un anno che mi ha provato psicologicamente più che fisicamente. Mi ha provato talmente tanto da impedirmi di fotografare o per lo meno di farlo con il piacere che fotografare normalmente mi dava. E non è solo una questione legata all’atto dello scattare la foto ma anche di selezionarle e poi fare la post produzione. Trovavo sempre qualcosa di meglio da fare.

Con questo animo e con mille pensieri in testa, come oramai mi capita sempre, sabato pomeriggio ho deciso di fare una passeggiata nel bosco che costeggia il fiume vicino a casa mia. Decido di portarmi la reflex ma senza grande convinzione. Passeggio un po’ per il bosco ma è l’ora sbagliata. Gli uccellini che di solito incontro non si sentono, Anche il picchio che di solito si sente martellare di continuo non si fa sentire. Vado a sedermi sulla sponda del fiume sperando almeno in qualche uccello acquatico di passaggio. Dopo qualche minuto di pace vengo distratto da un movimento improvviso alla mia sinistra, verso il bosco. E’ qualcosa di più grosso delle solite cinciallegre, forse il fagiano che ho già incontrato, forse il rapace di cui trovo spesso le tracce e gli avanzi del pasto. No! E’ lo scoiattolo che oramai da un paio d’anni mi sfugge continuamente ed è lì, fermo a guardarmi. Sembra quasi che mi aspetti, che voglia attirare la mia attenzione. Mi avvicino piano, cerco una posizione da cui vederlo meglio. Lui si sposta ma non scappa, sembra continuare a mettersi in posa per me. Comincio a fotografare. L’autofocus non riesce a metterlo a fuoco in mezzo ai rami, passo al fuoco manuale. L’esposimetro non riesce a compensare la luce intensa del cielo e lo scoiattolo in ombra e se lo fa mi porta a tempi di esposizione troppo lunghi. Passo in manuale anche l’esposizione. Continuo a scattare e percepisco quel brivido che mi mancava da tanto tempo. Quella leggera pelle d’oca che mi scende lungo la schiena quando ho la sensazione che la foto sia riuscita. E’ una sensazione che quasi mai mi ha tradito ma che non provavo da molto tempo perché si attiva solo quando sto fotografando con gusto, con passione. Mi accorgo che ho fatto tutto senza nemmeno pensare, che sto sorridendo senza un motivo, che sono talmente immerso in quello che sto facendo da non rendermi conto nemmeno di quanto mi sono spostato per inseguire lo scoiattolo. Sono talmente “sospeso” (non lo so definire in altro modo) da non ricordare nemmeno dove ho lasciato la bicicletta.

Ora ho un nuovo amico in quel bosco, un piccolo esserino che mi ha fatto ritrovare il piacere della fotografia.

E come chiosa finale mi faccio ispirare da un poeta italiano contemporaneo!

E me l’ha detto il pakistano – Da cui ho comprato le rose – “Capo ricordati che la felicità Sta dentro alle piccole cose”

(Riccardo Zanotti – PTN)

E visto che un post non è bello senza una foto…